Il guardaroba
Come si è evoluto nel tempo

News 16 apr 2020

Il guardaroba ha origini molto antiche: si utilizzavano già in età ellenistica dei mobili composti da ripiani sostenuti da fiancate verticali e chiusi sul davanti da sportelli. Ma è solo in epoca romana che abbiamo la prima definizione vera e propria di questo mobile: si chiamava infatti “armarium” – da qui il nome attuale – poiché era destinato alla conservazione delle armi.
Inizialmente si trattava di scaffalature inserite in nicchie scavate nel muro o nella roccia protette da pesanti ante, come testimoniano anche alcuni ritrovamenti nell’antica Pompei.
In epoca alto-medievale, in tutta Italia, gli armadi sono gli arredi delle chiese: custodivano l’Eucaristia, le reliquie, i libri, gli oggetti sacri e gli arredi ecclesiastici. Proprio allora nasce la suddivisione in più scomparti dello spazio interno.
Fino al XIV secolo la struttura dell’armadio era piuttosto massiccia; si comincia adesso a dare una certa attenzione anche all’estetica di questo mobile: spariscono tutte le pesanti ferramenta che fino ad allora erano visibili e che adesso vengono “nascoste” e, assieme ai decori pittorici, si realizzano gli intarsi decorativi.
Durante il Rinascimento, poi, si fa distinzione fra gli armadi destinati alle chiese e quelli destinati alle abitazioni: mentre i primi rimanevano enormi e massicci, i secondi cominciano a snellirsi e ad alleggerirsi e vengono persino dotati di piedi per agevolarne lo spostamento.
Anche le decorazioni si fanno sempre più ricche: legni preziosi, intarsi, fregi, avorio, bronzo e lacche cinesi vanno a decorare gli armadi fino a circa il XVIII secolo, quando, con l’affermazione del gusto neoclassico, si tornerà ad uno stile più sobrio.
Avvicinandosi sempre di più all’epoca attuale, l’armadio è andato pian piano conformandosi alle esigenze pratiche delle famiglie, perdendo molto di importanza il suo antico lato estetico: la funzionalità prevale sull’aspetto esteriore.

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